Cambiamenti climatici

Le pecore sono animali ruminanti con sistemi digestivi che generano metano, un gas a effetto serra 25 volte più potente dell’anidride carbonica. Inoltre, richiedono mangime ad alta intensità energetica, coltivato con grandi quantità di fertilizzante che contiene sostanze chimiche, inoltre generano enormi quantità di letame che inquinano la terra, l’acqua e l’aria.

Negli ultimi 250 anni, il letame prodotto dagli animali d’allevamento ha contribuito in modo significativo all’aumento dei gas serra atmosferici. Durante questo periodo, negli Stati Uniti, la concentrazione di metano è aumentata di oltre il 130 per cento.

La “fermentazione enterica”, o i rutti e flatulenze degli animali d’allevamento, rappresenta circa un quarto delle emissioni annuali di metano agricolo.

In Nuova Zelanda, le emissioni di metano causate dalla fermentazione enterica, provenienti principalmente da pecore, costituiscono oltre il 90 per cento delle emissioni di gas serra della nazione.

Uso del suolo e deforestazione

I ricercatori di Oxford, che studiano il degrado del suolo nel Karoo in Sudafrica hanno reso noto che “ci sono prove che l’alto numero di bestiame nel Karoo (in gran parte pecore) costituisce la causa dei cambiamenti della vegetazione e dell’erosione del suolo che portano alla formazione di calanchi [aree fortemente erose].”

Nella prima metà del XX secolo, la Patagonia, in Argentina, era seconda all’Australia per la produzione di lana. Ma quando gli allevatori locali sono diventati troppo avidi, la scala delle loro operazioni ha superato la capacità della terra di sostenere così tante pecore.

L’erosione del suolo nella regione ha innescato un processo di desertificazione che i funzionari

hanno stimano sia una minaccia al 93 per cento del terreno. L’Argentina non è più un grande produttore di lana.

Inquinamento idrico

I rifiuti fecali contaminano i corsi d’acqua nelle aree in cui vengono allevati gli ovini. Un caso di studio condotto dal governo neozelandese su due allevamenti di medie dimensioni ha rilevato una contaminazione fecale nell’acqua che “ha superato i livelli conformi per essere bevuta e per un uso ricreativo sicuro, praticamente in ogni lettura dal 1994, e negli ultimi tempi … ha superato abbondantemente il livello di consumo sicuro per il bestiame.”

I bagni organofosforici per le pecore, che sono sostanze chimiche tossiche utilizzate per liberare le pecore dai parassiti, presentano problemi di smaltimento e possono danneggiare l’ambiente. Uno studio scozzese su 795 impianti dove le pecore vengono trattate ha rilevato che il 40 percento delle strutture presentava un rischio di inquinamento. Lo studio ha trovato le prove di un incidente accaduto nel 1995 in cui una tazza di composto organofosforico piena di cipermetrina, una sostanza sintetica altamente tossica, ha ucciso 1.200 pesci lungo la corrente dov’è stata scaricata in un fiume.

.

Inoltre, la lana ha un grande impatto sull’eutrofizzazione, un grave problema ecologico in cui l’eccesso di azoto e fosforo nei rifiuti nei canali di deflusso porta a proliferazioni algali, le quali soffocano gli animali esaurendo i livelli di ossigeno nell’acqua ed è la principale causa delle “zone morte”.

 

“Capri espiatori” della fauna selvatica

l’industria della lana infligge anche “danni collaterali” a quella fauna selvatica che considera come “parassita”. Molti proprietari terrieri in Australia considerano i canguri “parassiti”, e sebbene vi siano alcune leggi che regolano l’uccisione dei canguri, sulla loro proprietà i proprietari terrieri possono fare tutto ciò che vogliono a questi animali senza il timore di ripercussioni. Il metodo preferito per uccidere i cuccioli le cui madri sono state massacrate è, secondo il governo, la decapitazione o un “colpo per distruggere il cervello”.

Lana vegana

Con la disponibilità di così tante belle opzioni, funzionali ed ecocompatibili prodotte con fibre naturali e sintetiche, non vi è alcuna giustificazione per continuare ad usare la lana.

Le lane vegane naturali sono costituite da cotone organico, lino, canapa, alghe, legno di eucalipto, cocco e fibra di faggio.

I dati del Higg Materials Sustainability Index (Indice di Sostenibilità dei Materiali di Higg) hanno rilevato che a causa delle emissioni di gas serra prodotte nella sua produzione, la lana ha un impatto più significativo sui cambiamenti climatici rispetto alla maggior parte delle sue controparti sintetiche.