DOLCE & GABBANA SOTTO ATTACCO DOPO UN VIDEO CHE MOSTRA LA SOFFERENZA DEI VISONI IN SQUALLIDI ALLEVAMENTI

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16 marzo 2018

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DOLCE & GABBANA SOTTO ATTACCO DOPO UN VIDEO CHE MOSTRA LA SOFFERENZA DEI VISONI IN SQUALLIDI ALLEVAMENTI
La nuova investigazione video rivela che le fattorie canadesi di visone sono piene di vermi che strisciano in pozze di rifiuti

Roma – Munita di una nuova investigazione video che mostra i visoni che vivono in squallore in cinque allevamenti canadesi, la PETA fa un appello a Dolce & Gabbana – che vende borse, scarpe e cappotti di visone, tra gli altri articoli in pelliccia – per unirsi a Giorgio Armani, Jimmy Choo, Gucci, Michael Kors e molti altri stilisti e brand eminenti che hanno messo al bando le pellice.

L’investigazione, filmata da un testimone oculare di nome Malcolm Klimowicz, rivela che i visoni di questi allevamenti sono stipati in piccole gabbie con pavimenti in filo di ferro che si conficcano nelle loro zampe. Ragnatele e ruggine coprono le loro gabbie, mentre sotto di loro ci sono cumuli di escrementi e pozze di rifiuti infestati da vermi in decomposizione. L’enorme affollamento porta gli animali a combattimenti, ferite e persino alla morte. A diversi visoni mancavano le orecchie, la testa di un animale aveva una ferita aperta, e altri erano costretti ad arrampicarsi il corpo in putrefazione di un altro animale nelle gabbie.

“Quando così tanti stilisti e case di moda, tra cui Giorgio Armani, Gucci e Michael Kors, stanno includendo tessuti caldi ed eleganti senza l’uso animali, è impensabile che Dolce & Gabbana continui ad usare le pellicce degli animali”, afferma il direttore dei programmi internazionali Mimi Bekhechi. “Quest’ultima esposizione mostra ancora una volta che pellicce, colletti e polsini condannano animali sensibili ad una vita miserabile all’interno di minuscule gabbie di ferro in questi allevamenti.”

La PETA – il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri da indossare” – mette in evidenza che i visoni sono animali solitari e semi-acquatici che in natura occupano migliaia di ettari di habitat paludosi. Ma negli allevamenti di pelliccia sono confinati in gabbie troppo affollate senza lo spazio necessario per pulirsi, fare i loro bisogni, nidificare, prendersi cura dei loro piccoli e riposare. L’indagine mostra che si muovono freneticamente avanti e indietro o rosicchiano i fili arrugginiti delle gabbie – segni di “zoochosi”, o follia indotta dalla prigionia.

Per ulteriori informazioni, visita PETA.org.uk.

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