Eccellente!  PETA festeggia il tanto atteso addio alle pellicce e all’angora di Dolce & Gabbana

Eccellente!  PETA festeggia il tanto atteso addio alle pellicce e all’angora di Dolce & Gabbana

Roma – Dopo oltre due decenni di pressioni da parte di entità PETA internazionali – comprese e-mail di oltre 300.000 sostenitori in tutto il mondo e proteste sia all’esterno che all’interno dei suoi negozi – la casa di moda di lusso Dolce & Gabbana ha confermato che eliminerà le pellicce e l’angora da tutte le future collezioni.

“PETA festeggia la decisione, compassionevole e commercialmente saggia, di Dolce & Gabbana di abolire la pelliccia e la lana d’angora, il che è perfettamente in linea con i tempi”, afferma Mimi Bekhechi, vicepresidente della PETA. “Nessuno vuole indossare la pelle o la pelliccia di animali tormentati, e incoraggiamo Dolce & Gabbana a unirsi ad altri grandi marchi rimuovendo dalle sue collezioni anche le pelli di animali esotici ottenute crudelmente”.

Foto disponibile qui.

La maggior parte degli animali utilizzati nell’industria della pelliccia trascorre l’intera vita in gabbie anguste, dove camminano freneticamente avanti e indietro, mordono le sbarre e si automutilano. Altri vengono catturati in trappole con ganasce d’acciaio, che si chiudono sbattendo contro le zampe degli animali, spesso penetrando fino all’osso, causando dolore lancinante e perdita di sangue. Alcuni tentano di amputarsi a morsi le zampe per scappare. Se gli animali intrappolati non muoiono dissanguati, per infezioni o per l’aggressione di altri animali, i cacciatori poi li strangolano, gli sparano o li calpestano a morte. All’inizio di questo mese, l’Italia si è unita a una crescente lista di Paesi che hanno approvato leggi che vietano questa industria crudele.

Negli allevamenti di conigli d’angora, gli animali vengono generalmente tenuti in gabbie piccole, sporche e spoglie e vengono spennati vivi fino a quattro volte l’anno. Durante questa terrificante procedura, i conigli vengono spesso trattenuti fisicamente mentre gli operai strappano il pelo, facendoli urlano di dolore.

PETA – il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri per essere indossati” – ha ritirato la sua campagna “Meglio nudi che in pelliccia” nel 2020, in risposta al crollo del commercio globale di pellicce e all’abbandono dell’uso di pellicce da parte della maggioranza degli stilisti più importanti del mondo. Il gruppo ha più volte denunciato pubblicamente l’industria delle pelli esotiche. Gli alligatori sono tenuti in acque fetide all’interno di capannoni malsani e bui prima che venga loro squarciato il collo per conficcare una sbarra di metallo all’interno del cranio, nel tentativo di ridurre il cervello in poltiglia, spesso mentre sono completamente coscienti. I serpenti vengono percossi con martelli, tagliati da un capo all’altro con lame di rasoio e scuoiati vivi. Chanel, Diane von Furstenberg e Hugo Boss sono tra i marchi più popolari che non utilizzano né pellicce né pelli di animali esotici.

La PETA si oppone allo specismo, una visione del mondo basata sulla supremazia dell’essere umano. Per ulteriori informazioni si prega di visitare PETA.org.uk o seguire l’organizzazione su FacebookTwitter o Instagram.

Contatto:

Sascha Camilli +44 (0) 20 7923 6244; [email protected]

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