Fine di un’epoca: Dopo quasi tre decenni, la PETA pone fine alla campagna ‘Meglio Nudi che in Pelliccia’

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6 febbraio 2020

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FINE DI UN’EPOCA: DOPO QUASI TRE DECENNI, LA PETA PONE FINE ALLA CAMPAGNA ‘MEGLIO NUDI CHE IN PELLICCIA’
Citando i divieti sulle pellicce e gli stilisti illuminati, il gruppo si focalizzerà sulla pelle e sulla lana

Roma – Dopo quasi tre decenni a reclutare le star per farle posare nude e dichiarare “meglio nudi che in pelliccia”, la PETA celebra la scomparsa del commercio di pellicce e conclude l’iconica campagna pubblicitaria, in cui sono apparse P!nk, Elisabetta CanalisEva Mendes e dozzine di altre celebrità.

La PETA sta annunciando la notizia prima dell’inizio del Mese della moda – durante il quale, sin dagli anni ’90, i personaggi famosi hanno partecipato alla campagna anti-pelliccia – e cita un punto di svolta storico: “Quasi tutti i migliori stilisti – tra cui Vivienne Westwood e Burberry – hanno abbandonato la pelliccia, la Gran Bretagna ne ha vietato la produzione, la California la vendita, la regina Elisabetta II ha rinunciato alle pellicce animali e icone della moda come Anna Dello Russo si rifiutano di indossarle”, afferma Mimi Bekhechi, direttore dei Programmi Internazionali della PETA. Con la pelliccia in una spirale verso il basso, la PETA si concentrerà sui violenti commerci di pelle e lana“.

La campagna iniziò nel 1990, quando le icone rock The Go-Go’s hanno posato nude con un poster che diceva “Preferiamo andare nude piuttosto che in pelliccia”, il quale è stato venduto ai concerti della band e il cui ricavato è andato alla PETA Stati Uniti. Pamela Anderson ha presentato il suo cartellone in Times Square durante la Settimana della moda. Kim Basinger è stata tra le prime a condividere il messaggio – e l’ultima è stata sua figlia, la modella Ireland Basinger-Baldwin.

Tra le femministe schiette che hanno partecipato c’è Gillian Anderson – che ha lanciato la sua campagna PETA durante la Festa della Donna, affermando: “Questo è il mio corpo. E ci faccio ciò che mi pare. Oggi lo sto usando per difendere gli animali e il loro diritto di vivere come gli pare – naturalmente, con la pelle ancora attaccata al corpo. La mia nudità fa una dichiarazione ancora più grande. Come attrice, che è di solito insolitamente modesta, improvvisamente sono preoccupata che, per via del movimento femminista moderno, troppe persone confondono sensuale con sessista”.

La PETA, il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri da indossare”, continuerà a battersi contro la pelliccia in diversi modi – come la campagna in corso per la fine della vendita delle pellicce in Gran Bretagna, e le proteste contro Canada Goose, che usa la pelliccia di coyote selvatici catturati in trappole d’acciaio per le rifiniture delle sue giacche. Il gruppo potrebbe ancora usare le celebrità nude in altre campagne, come quella contro l’industria della pelle, ma con un titolo rivisto, come “Meglio mostrare la propria pelle che indossare quella altrui”.

Per ulteriori informazioni, visita PETA.org.uk.

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