Jil Sander Vieta le Pelli Esotiche Dopo l’Appello di PETA USA

Per pubblicazione  immediata:
7 novembre 2019

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JIL SANDER VIETA LE PELLI ESOTICHE DOPO L’APPELLO DI PETA USA

Il marchio di lusso conferma la nuova politica che vieta le pelli di alligatore, coccodrillo, struzzo e serpente

Milano – A seguito di un incontro con la PETA USA, il marchio di lusso Jil Sander si è impegnato ad interrompere la vendita di borse, portafogli, portamonete, ed altri articoli in pelli esotiche di animali come alligatori, coccodrilli, struzzi, lucertole e serpenti. Il marchio ha adottato la politica contro la vendita della lana d’angora dal 2015.

“Dietro a ciascuna borsa o scarpa di coccodrillo, alligatore, serpente, struzzo o lucertola vi è una morte violenta,” dice la Direttrice di PETA Elisa Allen. “La decisione di Jil Sander di vietare le pelli esotiche risparmierà immensa sofferenza ad innumerevoli animali straordinari, e PETA chiede ad altri brand di lusso di seguire l’esempio compassionevole di questa casa di moda.”

PETA – il cui motto recita, in parte, che “gli animali non sono nostri da indossare” – ha pubblicato numerose denunce sull’industria delle pelli esotiche. Il gruppo ha rivelato che gli alligatori vengono tenuti in acque fetide all’interno di capanni umidi e bui; successivamente il loro collo viene tagliato e gli viene infilata una barra di metallo nella testa, nel tentativo di distruggergli il cervello, spesso mentre sono ancora del tutto coscienti. Struzzi di un anno vengono trasportati tramite camion verso il mattatoio, dove gli operai li mettono a testa in giù in uno storditore, li sgozzano e gli strappano le piume. E i serpenti normalmente vengono inchiodati agli alberi, poi i loro corpi vengono aperti da un lato all’altro mentre vengono spellati vivi.

Jil Sander si unisce a Vivienne Westwood, Diane von Furstenberg, Victoria Beckham e Chanel nel prende la decisione compassionevole di vietare le pelli esotiche da tutte le linee.

Per maggiori informazioni sulla crudeltà intrinseca al commercio di pelli esotiche, visita PETA.org.uk.

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