Valentino abolisce la lana di alpaca dopo l’appello di PETA

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12 agosto 2020

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Valentino abolisce la lana di alpaca dopo l’appello di PETA

La decisione del marchio del lusso in seguito all’indagine che mostra animali sanguinanti e sofferenti

Milano – Dopo aver visto una video-indagine di PETA che ha fatto emergere come gli alpaca urlino e si disperino durante grossolane operazioni di tosatura e come vengano lasciati sanguinanti con ferite da taglio profonde, il marchio di alta moda Valentino ha confermato che “interromperà la produzione di capi in cui [alpaca] è presente entro la fine del 2021”.

Un’indagine sotto copertura presso Mallkini – il più grande allevamento privato di alpaca al mondo, situato in Perù – ha mostrato che gli operai trattenevano forzatamente per le orecchie gli animali in palese difficoltà, sottoponendoli a rozze operazioni di tosatura per mezzo di apparecchi elettrici mentre, piangenti, urlavano e si dimenavano arrivando addirittura a scatenare il vomito per paura e stress. La tosatura rapida e noncurante ha lasciato gli animali con ferite profonde, che sono state cucite senza anestesia adeguata. Marks & Spencer – presente con oltre 1.400 negozi in 57 paesi – ha affermato che l’indagine ha messo in luce “preoccupazioni circa il benessere degli animali allevati per produrre [la lana di] alpaca” e ha preso la decisione compassionevole di eliminare gradualmente l’uso limitato della fibra nelle sue collezioni.

“La decisione compassionevole di Valentino eviterà che molti alpaca vengano torturati per la moda”, afferma Patrizia Re, consulente aziendale di PETA. “Invitiamo tutti i designer a proteggere questi animali vulnerabili seguendo l’esempio di Valentino e rinunciando a vendere prodotti che sono il risultato di crudeltà”.

PETA – il cui motto recita, in parte, che “gli animali non sono nostri da indossare” – sottolinea che, oltre a causare immense sofferenze agli alpaca, la produzione di lana di alpaca è anche terribile per il pianeta. L’Indice Higg di sostenibilità ambientale dei materiali ha classificato la lana di alpaca come il secondo materiale più dannoso per l’ambiente dopo la seta, rilevando che è sei volte peggiore del poliestere e più di quattro volte peggiore di modal, viscosa, rayon, lyocell, acrilico e altri materiali vegani.

Valentino si unisce a UNIQLO – la terza catena più grande di abbigliamento al dettaglio al mondo – Esprit e Marks & Spencer nel vietare il materiale. Gap Inc (che possiede Banana Republic, Athleta e altri marchi) e il Gruppo H&M (che possiede otto marchi) hanno interrotto i rapporti con la casa madre di Mallkini, il Gruppo Michell.

PETA si oppone allo specismo, una visione discriminatoria del mondo basata sulla supremazia umana. Per ulteriori informazioni, si prega di visitare PETA.org.uk.

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